GINECOMASTIA

La ginecomastia è un’anomalia dello sviluppo della mammella maschile. Le cause di tale patologia sono diverse, e includono: terapie a base di ormoni (es. estrogeni, anabolizzanti), farmaci anti-depressivi, antipertensivi, disturbi dell’alimentazione, stati sindromici, chemioterapia o predisposizione genetica. La ginecomastia si distingue in “vera” e ”falsa”. La prima riconosce come causa un eccesso di tessuto ghiandolare, che viene trattato con l’asportazione chirurgica di quest’ultimo attraverso un’incisione intorno all’areola. La seconda è caratterizzata da un eccesso di tessuto adiposo (grasso), che può essere rimosso con una tecnica di lipoaspirazione attraverso un’incisione di pochi millimetri. Talvolta, si rende necessaria l’asportazione di cute che residua dopo liposuzione o asportazione ghiandolare.

Durata intervento: 1.5h.
Regime intervento: day surgery o ricovero ordinario (1 notte).
Anestesia: anestesia locale con sedazione o generale.

Decorso post-operatorio
La rimozione dei punti superficiali di accostamento avviene circa a 7 giorni dall’intervento chirurgico.

LIPOSUZIONE

La lipoaspirazione o liposuzione è un intervento chirurgico che consente di rimuovere, senza generare cicatrici cutanee evidenti, gli eccessi di tessuto adiposo localizzati in alcune aree del corpo, ad esempio su addome, braccia, glutei, cosce, ginocchia, mento e collo. I maggiori benefici si traggono quando l’adipe da eliminare è situato in regione trocanterica (la parte alta delle cosce), sui fianchi, in regione addominale, nella faccia interna delle ginocchia, ed in regione sottomentoniera. Nel corso degli ultimi anni, la liposuzione è stata perfezionata con l’introduzione di alcune nuove modifiche tecniche, ad esempio la tecnica “tumescente”, la liposuzione ad “ultrasuoni” e la laserlipolisi.

Negli ultimi anni il concetto di liposuzione è cambiato radicalmente: un tempo, con tale intervento, si procedeva alla sola aspirazione del grasso in eccesso, oggi grazie alle nuove tecniche, il grasso può essere reimpiantato (intervento di lipofilling), permettendo di rimodellare tridimensionalmente il corpo, donandogli forme ed armonia.

Durata intervento: 1h.
Regime intervento: day surgery o ricovero ordinario (1 notte).
Anestesia: anestesia locale con sedazione o generale.

Decorso post-operatorio
La rimozione dei punti superficiali di accostamento avviene circa a 7 giorni dall’intervento chirurgico.
Cicatrici molto piccole e nascoste in aree poco visibili.

ADDOMINOPLASTICA

La regione addominale piatta e tonica viene esibita sia dall’uomo che dalla donna come segno di bellezza. L’addominoplastica riesce a conferire tale aspetto a pazienti che non presentano più tonicità della regione addominale, ed è indicata a chi, dopo gravidanze, forti dimagrimenti o vita sedentaria, presenta un addome globoso o un eccesso di cute e grasso che non sono eliminabili con diete o attività sportiva. Un addome rilassato può essere trattato mediante un intervento di addominoplastica completa o con la mini-addominoplastica. Durante l’intervento si può intervenire, laddove presenti, anche su ernie o laparoceli. Inoltre, si può correggere l’allontanamento dei muscoli retti dell’addome (la cosiddetta diastasi dei retti).
In alcuni casi, può essere indicata una associazione con l’intervento di lipoaspirazione per massimizzare il risultato estetico finale.

Durata intervento: 2h.
Regime intervento: day surgery o ricovero ordinario (1 notte).
Anestesia: anestesia spinale o generale.

Decorso post-operatorio
La rimozione dei punti superficiali di accostamento avviene circa a 7 giorni dall’intervento chirurgico.
La cicatrice rimane nascosta in aree poco visibili.

LIFTING BRACCIA E LIFTING COSCE

La brachioplastica e il lifting inguinocrurale sono procedure chirurgiche che consentono di correggere i difetti degli arti superiori e inferiori. L’intervento consiste in rimozione e rimodellamento della cute e del grasso in seguito a processi di invecchiamento, ad esiti di obesità patologica o lassità cutanea congenita. Con questo tipo di interventi è inoltre possibile modificare la forma e le dimensioni delle suddette unità anatomiche ripristinando la loro naturale estetica e mantenendone la funzionalità.

Durata intervento: 2h.
Regime intervento: day surgery o ricovero ordinario (1 notte).
Anestesia: anestesia generale.

Decorso post-operatorio
La rimozione dei punti superficiali di accostamento avviene circa a 7 giorni dall’intervento chirurgico.

RIDUZIONE PICCOLE LABBRA

La riduzione delle piccole labbra o labioplastica consiste in un rimodellamento del tessuto in eccesso delle labbra sulla regione vulvare. Una loro ipertrofia può essere evidente fin dall’età infantile, ma più spesso risulta acquisita. Tra le cause più comuni, si annoverano: parto, età avanzata, esiti infettivi o traumatici. Tale condizione può causare fastidio alla paziente, che può avere difficoltà ad indossare determinati indumenti o partecipare ad alcuni sport, o generare semplicemente un disagio da un punto di vista estetico o funzionale. L’intervento si propone di rimuovere cute e mucosa in eccesso, procurando delle cicatrici praticamente invisibili. La procedura si può eventualmente combinare con una riduzione della cute in eccesso intorno al clitoride (cappuccio clitorideo) o con una chirurgia delle grandi labbra.

Durata intervento: 1h.
Regime intervento: ambulatoriale o day surgery.
Anestesia: anestesia locale con sedazione o generale.

Decorso post-operatorio
I punti di sutura cadranno da soli dopo circa 15 giorni.
Le cicatrici rimangono nascoste in aree poco visibili.

LIPOFILLING

Il lipofilling consiste nel prelievo di tessuto adiposo da una regione donatrice (es. trocanterica, addominale, glutea) in modo atraumatico e tale da non lasciare deformità mediante piccole cannule collegate a siringhe, nella purificazione del materiale e nella iniezione dello stesso nella regione ricevente. Il lipofilling viene utilizzato frequentemente a livello del volto per ringiovanimento o reshaping volumetrico, nel modellamento del profilo del tronco, degli arti e dei glutei nell’ambito della liposcultura, o nella correzione di difetti o avvallamenti (es. esiti di pregresse liposuzioni). Inoltre, può essere utilizzato a livello mammario per armonizzare e eventualmente aumentare il volume mammario.

Durata intervento: 1h.
Regime intervento: day surgery.
Anestesia: anestesia locale con sedazione o generale.

Decorso post-operatorio
La rimozione dei punti superficiali di accostamento avviene circa a 7 giorni dall’intervento chirurgico.
Cicatrici molto piccole e nascoste in aree poco visibili.

CORREZIONE DELLE CICATRICI

La cicatrice è un tessuto di riparazione sostitutivo che colma le ferite e le perdite di sostanza a carico di tessuti e organi. Il tessuto cicatriziale, infatti, si forma tutte le volte che si verifica un’interruzione della continuità della cute (epidermide e derma) in seguito ad un evento patologico o traumatico. Sfortunatamente, non sempre la cicatrizzazione segue un andamento fisiologico e talvolta possono formarsi cicatrici patologiche, che si possono dividere in 2 categorie:

  • Cicatrici atrofiche: si presentano leggermente avvallate a causa di una mancanza di collagene. In questi casi, il tessuto cicatriziale copre la ferita ma non viene prodotto a sufficienza tale da riempire completamente l’area danneggiata. Le cicatrici atrofiche sono particolarmente comuni come esiti di acne o varicella.
  • Cicatrici ipertrofiche: spesso vengono scambiate per cheloidi, ma a differenza di questi il tessuto cicatriziale in esubero rimane all’interno dei confini della cicatrice, che si presenta arrossata e rilevata. Spesso si accompagnano ad una sintomatologia pruriginosa e talvolta a dolore locale.
  • Cheloidi: sono vere e proprie neoformazioni, spesse, arrossate, pruriginose o dolenti che hanno origine da una cicatrice, ma si sviluppano sempre oltre i confini della cicatrice da cui deriva. I cheloidi si formano molto raramente, possono comparire ovunque, ma si sviluppano soprattutto a livello toracico in corrispondenza dello sterno, sui padiglioni auricolari e a livello delle spalle e sono più frequenti nella popolazione di colore e nelle donne.

I trattamenti medici delle cicatrici patologiche sono:

  • Massaggi ripetuti più volte al giorno;
  • Compressione continua (ove questo risulti possibile);
  • Occlusione con fogli di gel di silicone o pomata con gel di silicone;
  • Iniezione intralesionale di cortisonici;
  • Dermoabrasione;
  • Trattamenti laser.

I trattamenti chirurgici delle cicatrici patologiche consistono in:

  • Revisione della cicatrice;
  • Escissione “intralesionale”;
  • Escissione completa.

Durata intervento: variabile.
Regime intervento: ambulatoriale o day surgery.
Anestesia: anestesia locale.

DITO A SCATTO

Il dito a scatto è una malattia infiammatoria dei tendini flessori delle dita, i quali sono circondati da una sottile membrana che ha normalmente il compito di favorirne lo scorrimento all’interno di un canale. Tale canale risulta in alcuni tratti ispessito in strutture, denominate pulegge di riflessione, che consentono ai tendini di flettere le dita a livello delle articolazioni digitali. Se un tratto dei tendini si allarga a causa di un processo infiammatorio, questi scorrono con fatica all’interno del canale e, a volte, si “bloccano” a livello dell’imbocco del canale stesso. Il passaggio dei tendini inizialmente avviene appunto a fatica provocando dolore e una sensazione di crepitio oppure avviene repentinamente con il classico “scatto”. Il ripetersi di questo passaggio “difficoltoso” determina il persistere dell’infiammazione tendinea e quindi il progressivo aumento di volume dei tendini già ingrossati, creandosi così un circolo vizioso che mantiene il processo infiammatorio. Sono stati proposti numerosi rimedi, come l’utilizzo di un tutore notturno di posizione, cicli di fisioterapia, infiltrazioni locali di cortisone, terapia medica antiflogistica. Nelle fasi iniziali alcuni di questi rimedi possono determinare un effettivo beneficio, ma nelle fasi avanzate, quando gli episodi di “blocco” si verificano ogni mattina e anche durante la giornata e la sintomatologia dolorosa diventa ingravescente, il trattamento chirurgico risolve immediatamente il problema evitando il danneggiamento progressivo dei tendini.

L’intervento chirurgico consiste nella liberazione dei tendini tramite l’incisione della porzione prossimale del canale digitale, ovvero della 1° puleggia. La maggior parte dei pazienti riferisce un miglioramento della sintomatologia a partire già dai primi giorni dopo l’intervento. In alcuni casi può essere utile l’utilizzo di stecche metalliche per mantenere le dita operate in estensione.

Durata intervento: 15 minuti.
Regime intervento: ambulatoriale.
Anestesia: anestesia locale.

Decorso post-operatorio
La rimozione dei punti di sutura avviene a circa 10-14 giorni dall’intervento chirurgico.
A seguito dell’intervento è necessario osservare un periodo di riposo di circa un mese, con la possibilità di muovere liberamente la mano per eseguire i comuni gesti della vita quotidiana, evitando sforzi, lavori manuali impegnativi e traumi nel sito chirurgico.

Complicanze
Sono rare, e includono: sanguinamento eccessivo (che generalmente si risolve in poco tempo), infezioni (spesso curabili con comuni antibiotici) e lesioni del tendine.

INFILTRAZIONE PER DITO A SCATTO

Tipo di intervento: infiltrazione locale di cortisone.
Durata della seduta: 5 – 10 min.
Numero di sedute: talvolta un trattamento può essere sufficiente a risolvere la sintomatologia, altrimenti può essere ripetuto dopo almeno 6 mesi.
Distanza tra le sedute: almeno 6 mesi.
Anestesia: nessuna.
Effetti collaterali (anche temporanei): molto raramente: dolore, arrossamento, gonfiore o dolorabilità nel sito di iniezione, fotofobia, reazioni allergiche, peggioramento della sintomatologia nei 2-3 giorni successivi.
Precauzioni da seguire prima del trattamento: la cute deve essere accuratamente lavata: segnalare al medico l’assunzione anche saltuaria di farmaci antiaggreganti (es. aspirina).
Precauzioni da seguire dopo il trattamento: evitare sforzi della regione trattata per almeno 3 giorni.

SINDROME DEL TUNNEL CARPALE

La sindrome del tunnel carpale è una malattia causata dalla compressione del nervo mediano, che attraversa il polso all’interno di un canale chiamato tunnel carpale. Esso definisce una regione anatomica situata a livello della base del palmo della mano e delimitata su tre lati dalle ossa del carpo e sul quarto lato dal legamento trasverso del carpo. Il nervo mediano, insieme a nove tendini flessori, scorre al suo interno.
La sindrome del tunnel carpale compare ogni volta che si verifica un aumento di pressione all’interno del canale tale da comprimere il n. mediano. La causa dell’aumento di pressione può essere sconosciuta. Il più delle volte si verifica per un aumento di volume della membrana che ricopre i tendini flessori, condizione chiamata tenosinovite. Lussazioni articolari o fratture del polso possono invece determinare un restringimento dall’esterno del canale responsabile a sua volta dell’aumento di pressione all’interno del canale stesso.
La sintomatologia, soprattutto negli stadi iniziali, può spesso essere risolta senza ricorrere all’intervento chirurgico. L’identificazione e il trattamento medico dell’eventuale malattia di base, il cambiamento di una gestualità lavorativa particolare, l’utilizzo di un tutore rigido o di una polsiera armata, con cui mantenere il polso in una posizione di riposo durante l’attività lavorativa, sono tutte procedure volte a ridurre la pressione sul nervo mediano.
L’utilizzo della polsiera armata anche di notte può, a volte, risolvere il formicolio che disturba il sonno.
Anche la terapia medica antiinfiammatoria somministrata per via orale o un’infiltrazione di cortisone direttamente nel tunnel carpale possono, a volte, risolvere la sintomatologia.

Se la sintomatologia non migliora il trattamento chirurgico risulta necessario e ha lo scopo di creare più spazio nel tunnel carpale riducendo così la compressione sul nervo: consiste in una piccola incisione della cute del palmo della mano e nella successiva incisione del legamento trasverso del carpo. La maggior parte dei pazienti riferisce un miglioramento della sintomatologia a partire già dai primi giorni dopo l’intervento, ma il recupero della forza e della sensibilità richiedono più tempo. Nei casi in cui la sintomatologia sia molto severa, con grave perdita di sensibilità e forza (ad esempio in pazienti anziani o con altre patologie) il recupero è generalmente più lento e talvolta incompleto. Eccezionalmente, la sindrome del tunnel carpale può recidivare e richiedere un nuovo intervento chirurgico, anche a distanza di anni dal trattamento.

Durata intervento: 15 minuti.
Regime intervento: ambulatoriale.
Anestesia: anestesia locale.

Decorso post-operatorio
La rimozione dei punti di sutura avviene a circa 10-14 giorni dall’intervento chirurgico.
A seguito dell’intervento è necessario osservare un periodo di riposo di circa un mese, con la possibilità di muovere liberamente la mano per eseguire i comuni gesti della vita quotidiana, evitando sforzi, lavori manuali impegnativi e traumi nel sito chirurgico.

Complicanze
Sono rare, e includono: sanguinamento eccessivo (che generalmente si risolve in poco tempo), infezioni (spesso curabili con comuni antibiotici), lesioni del nervo mediano e recidive.

INFILTRAZIONE PER TUNNEL CARPALE

Tipo di intervento: infiltrazione locale di cortisone.
Durata della seduta: 5 – 10 min.
Numero di sedute: talvolta un trattamento può essere sufficiente a risolvere la sintomatologia, altrimenti può essere ripetuto dopo almeno 6 mesi.
Distanza tra le sedute: almeno 6 mesi.
Anestesia: nessuna.
Effetti collaterali (anche temporanei): molto raramente: dolore, arrossamento, gonfiore o dolorabilità nel sito di iniezione, fotofobia, reazioni allergiche, peggioramento della sintomatologia nei 2-3 giorni successivi.
Precauzioni da seguire prima del trattamento: la cute deve essere accuratamente lavata: segnalare al medico l’assunzione anche saltuaria di farmaci antiaggreganti (es. aspirina).
Precauzioni da seguire dopo il trattamento: evitare sforzi della regione trattata per almeno 3 giorni.